di Francesca Lancini
Geopolitica 3.0 dall’India all'Africa/1
Con Claudio Bertolotti, il punto sui conflitti a 14 anni dall’11 settembre
Quattordici anni
di guerre mosse dall’Occidente, instabilità, disintegrazione di intere
Nazioni, richiedono un’ampia riflessione. Lo Stato Islamico ha alzato la sua bandiera, almeno formalmente, anche in India, Pakistan e Afghanistan. L’Iraq, la Siria e la Libia non esistono più come Stati.
Le cosiddette ‘primavere arabe’ si sono presto rivelate degli inverni.
Migranti disperati continuano a morire nel Mediterraneo o, nel migliore
dei casi, ad approdare sulle nostre coste all’apice di una propaganda
xenofoba e strumentale.
Lo studioso Claudio Bertolotti spiega a ‘L’Indro’
in un’intervista, divisa in due parti (la prima su Afghanistan e Asia
meridionale, la seconda su Medio-Oriente e Mediterraneo), perché siamo
giunti a questo scenario e dove ci staremmo dirigendo.
Come analista strategico indipendente e ricercatore senior presso il Centro militare di Studi Strategici (CeMISS), Bertolotti si occupa di conflittualità dell’area MENA allargata (Grande Medio Oriente). Ma è anche rappresentante nazionale per l’Italia alla ‘5+5 Defense iniziative 2015′ dell’Euro-Maghreb Centre for Research and Strategic Studies (CEMRES) di Tunisi.
Non da ultimo, Bertolotti è stato per circa due anni capo sezione contro-intelligence e sicurezza di ISAF in Afghanistan, il Paese asiatico ‘completamente fuori controllo‘ da cui parte la sua analisi. “Politicamente un fallimento, militarmente un mancato successo”. Vediamo perché.
Perché di Afghanistan si parla sempre meno e male?
La guerra che dura da 14 anni è il secondo tempo di quarant’anni di conflittualità. L’opinione pubblica globale è stanca, distratta, anche da una crisi economica dalla quale si fatica a uscire, che coinvolge tutto l’Occidente e si estende oltre... (vai all'articolo originle su L'Indro)
Come analista strategico indipendente e ricercatore senior presso il Centro militare di Studi Strategici (CeMISS), Bertolotti si occupa di conflittualità dell’area MENA allargata (Grande Medio Oriente). Ma è anche rappresentante nazionale per l’Italia alla ‘5+5 Defense iniziative 2015′ dell’Euro-Maghreb Centre for Research and Strategic Studies (CEMRES) di Tunisi.
Non da ultimo, Bertolotti è stato per circa due anni capo sezione contro-intelligence e sicurezza di ISAF in Afghanistan, il Paese asiatico ‘completamente fuori controllo‘ da cui parte la sua analisi. “Politicamente un fallimento, militarmente un mancato successo”. Vediamo perché.
Perché di Afghanistan si parla sempre meno e male?
La guerra che dura da 14 anni è il secondo tempo di quarant’anni di conflittualità. L’opinione pubblica globale è stanca, distratta, anche da una crisi economica dalla quale si fatica a uscire, che coinvolge tutto l’Occidente e si estende oltre... (vai all'articolo originle su L'Indro)
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