L'analisi
del fenomeno
Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?
I punti
nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione
avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo
dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani
attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali.
Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità
dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento
criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali
ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno
in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in
espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di
ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza
precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan
alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la
portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno
300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)